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Flatlandia, il film ispirato al romanzo

Un mondo bidimensionale complesso e affascinante

Di tanto in tanto mi chiedo se esistono versioni cinematografiche di libri che ho amato. Più sono strani i libri, più mi chiedo se qualcuno da qualche parte sul nostro pianeta abbia trovato il modo di cimentarsi con gli scritti per farne una versione filmica.
Giorni fa è toccato a “Flatlandia” (Flatland: A Romance of Many Dimensions), un romanzo di fine Ottocento dello scrittore, teologo e pedagogo inglese Edwin Abbott Abbott, in cui si descrive l’esistenza di un mondo bidimensionale abitato da esseri senzienti sempre bidimensionali. Il libro descrive lo svolgimento della vita, la struttura della società e la geografia e la fenomenologia fisica di questo luogo piatto, con trovate a volte notevoli. Gli eventi sono narrati da un abitante di Flatlandia che riceve la visita (o ha una visione) di un’entità tridimensionale che gli sconvolge e illumina la coscienza.
Ho letto il breve romanzo anni fa, su consiglio di un amico. È uno di quei libri adatti a far lavorare sodo la fantasia. Quando posso ne consiglio la lettura, e se il lettore non riesce ad appassionarsi, avrà comunque letto qualcosa che difficilmente è comparabile ad altro.

Descrivere l’indescrivibile

Il libro di Abbott è un esercizio interessante e inatteso di transfert percettivo, in cui l’autore ha dovuto in qualche modo immaginarsi un essere senziente bidimensionale e, da questo speciale punto di vista (che prevede lunghezza e profondità, ma non altezza o spessore che dir si voglia) escogitare sistemi per il riconoscimento di generi sessuali, classi sociali, orientamento nello spazio e così via, in una restituzione spesso brillante di un mondo altrimenti impensabile, almeno non con i livelli di dettaglio e “verosimiglianza” articolati dallo scrittore. È in un certo senso un libro di fantascienza più di quanto lo siano molti altri, più sgargianti e tecnologicamente avventurosi, che non ha paura di misurarsi con riflessioni di tipo quasi-scientifico pur di allestire una rappresentazione sensata di un mondo di fantasia. Il grado di astrazione speculativa che Abbott mette in scena rivela l’inclinazione al trasferimento del sapere a fini educativi (Abbott fu insegnante e rettore scolastico per decenni). Le sue descrizioni non sono mai criptiche e l’attenzione all’articolazione del discorso e alla scelta dei termini mostra l’abilità dell’autore nella sua veste di divulgatore.

Flatlandia dalla parola all’immagine

Dicevo, giorni fa mi chiedo “Ma Flatlandia? Qualcuno ci avrà provato?” e mi fiondo su Youtube. Ed eccolo: regia di Michele Emmer, italiano, matematico, figlio del più noto Luciano, regista cinematografico e documentarista di lunga carriera.
Il cortometraggio italiano, realizzato nel 1982 con la tecnica dell’animazione a passo uno, non è male e sembra abbastanza fedele al testo originale. Ma dura soli 20 minuti circa, quindi è stata tagliata via molta sostanza. Esiste una versione americana del 2007 ma dal punto di vista estetico (per i miei gusti) mi ha colpito negativamente e non ho proseguito la visione. Quello di Emmer è un mondo essenziale e minimale, che lascia allo spettatore la possibilità di elaborare interiormente le descrizioni della stupefacente Flatlandia senza essere distratto da un probabile eccesso descrittivo, quale è possibile ritrovare nella versione americana. Qui trovate qualche fotogramma del film e il link allo stesso, visibile su Youtube nel momento in cui scrivo. Chissà per quanto.

Qui il film su Youtube: Flatlandia (Michele Emmer – 1982)

Qui un’intervista del 2007 (parla in generale della sua attività di regista divulgatore) per la Rai: Raiscuola – Michele Emmer per Nautilus

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Altri mondi bidimensionali nell’animazione

Per avere un’idea vaga dell’argomento bidimensionale può tornare utile la visione di un episodio di una serie animata ungherese nota anche in Italia negli anni Settanta, “La Famiglia Mezil”. Nella prima puntata della seconda stagione, il giovane Aladar atterra con la sua astronave gonfiabile su un pianeta appunto bidimensionale. Impossibile non notare l’omaggio a Flatlandia, in particolar modo nella rappresentazione critica della società e nell’incontro/confronto tra uno dei personaggi bidimensionali e Aladar, come accade (ma con effetti inversi) al personaggio bidimensionale di Abbott quando incontra l’entità tridimensionale.

Mitogram - La Famiglia Mezil - 01

Mitogram - La Famiglia Mezil - 02

Mitogram - La Famiglia Mezil - 03