L’occupazione
Asmara fu occupata dalle truppe italiane, impegnate a soddisfare la fame di imperialismo dell’Italia da poco unificata, nel 1889. Il consolidarsi della dominazione del nostro Paese in Eritrea e la conseguente necessità di strutture amministrative (e rispettive sedi), a cui si aggiunse il flusso costante di immigrati dallo stivale nella città – più di 50.000 nel momento di massima presenza -, portrarono ad un fiorire di nuove strutture architettoniche fortemente influenzate dall’ondata modernista e razionalista, che aveva conosciuto la sua massima esposizione con l’avvento del fascismo in Italia. La sua caratteristica essenzialità formale, unita ad una rinnovata estetica monumentale dal forte impatto visivo, fece entrare il razionalismo italiano nel radar del governo mussoliniano, che in qualche modo ne influenzò l’evoluzione piegandolo alle sue necessità rappresentative.
Come effetto collaterale della distanza tra l’ingombrante committenza nazionale e la città africana, l’opera di infrastrutturazione compiuta nella capitale eritrea permise, agli architetti impegnati nel progetto, di sfruttare il ridotto controllo esercitato dal potere per esprimersi con maggiore libertà creativa di quella ormai permessa nei progetti pubblici sul territorio italiano, restituendo una certa grazia, una certa leggerezza alle loro opere. Una leggerezza raramente riscontrabile nelle fortezze amministrative erette dal governo fascista.
Una concentrazione di architettura modernista e razionalista italiana unica al mondo
Tutt’ora Asmara è caratterizzata da un numero tale di edifici razionalisti e modernisti costruiti dagli italiani, da renderla unica al mondo per concentrazione e stato relativo di conservazione, tanto che all’inizio del 2016 il governo eritreo ha sottoposto all’Unesco una candidatura per far entrare la città a far parte dei siti patrimonio mondiale dell’umanità.
Probabilmente sull’onda del rinnovato interesse per l’architettura di Asmara a seguito della candidatura Unesco, gli editori tedeschi Jovis hanno pubblicato nell’estate 2016 il volume “Asmara. Africa’s Jewel of Modernity”, un’evoluzione di un precedente lavoro intitolato “Asmara. Frozen City” che aveva raggiunto le librerie nel 2006. Le belle immagini del libro sono del fotografo Stefan Boness. Quelle che invece trovate qui di seguito provengono da Flickr, Wikipedia e una è dello stesso Boness e vogliono essere un invito ad approfondire la conoscenza dell’architettura modernista italiana in Asmara e, perché no, all’acquisto del volume fotografico.
Il volume: www.jovis.de/asmara
Stefan Boness, fotografo: www.iponphoto.com
(P.s.: esiste un altro bel libro sullo stesso argomento pubblicato da Merrell Publishers con le foto di Edward Denison pubblicato nel 2006, disponibile attualmente in versione paperback)